E’ il senso di sé inferiore
rispetto a coloro che ci sono vicini, le persone lontane non costituiscono
raffronto, non sono nello spazio semantico della persona che invidia, ma fuori.
L’invidioso vuole livellare
la differenza costruita sul fratello, sull’amico, sul conoscente e a tal fine
denigra, scredita, calunnia, diffama… la superiorità materiale o intellettuale
dell’invidiato è vissuta come lesione all’immagine di se.
L’invidioso soffre della propria
assenza che è riproposta tormentosamente dallo specchio dell’avere dell’altro.
Egli si corrode l’anima
impregnata dalla propria percepita inadeguatezza… che è vissuta e consumata
sull’altro costruito possessore di sé!
Mazzani Maurizio
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