L’uomo,
che è sopravvivenza,
che è prigione, che è definizione,
che è adattamento,
che è una sorta d’interminabile opera di “colui” che, attraverso perenni dolorosi colpi di scalpello, l’ha modellato e continua a modellarlo,
spesso disperatamente accetta l’ineluttabile connaturato “destino”, piegandosi, e rialzandosi in un illusorio gioco di potere, dove la coercizione naturale è la non facile concepibile realtà.
che è sopravvivenza,
che è prigione, che è definizione,
che è adattamento,
che è una sorta d’interminabile opera di “colui” che, attraverso perenni dolorosi colpi di scalpello, l’ha modellato e continua a modellarlo,
spesso disperatamente accetta l’ineluttabile connaturato “destino”, piegandosi, e rialzandosi in un illusorio gioco di potere, dove la coercizione naturale è la non facile concepibile realtà.
Lo scultore segue,
nella logica che le è propria, il suo “casuale” disegno, e dell’altro nulla
interessa, e così, l’uomo, che non è altro che la risultante di carneficine,
siccità, alluvioni, glaciazioni, ecc., non può far altro che strisciare di
fronte alla casualità metamorfica del grande scultore!
Mazzani Maurizio
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