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domenica 1 gennaio 2012

Oltre l’orizzonte



La filosofia del nulla è libertà, è trascendenza da sé corporeo, una sorta d’evoluzione metamorfica, dove l’orizzonte va progressivamente oltre l’orizzonte liberando lo sguardo da ogni vincolo predeterminato!

Mazzani Maurizio

Uomo impara a guardare

Uomo, muoviti altrimenti il nulla ti avvolgerà, non rimanere fermo di fronte alla vita, godi delle pulsazioni che in essa esprimono il senso di ciò che sei.

Esprimi il tuo pensiero, la tua spiritualità è con esso... è luce nel cielo e calore infinito.

Non trastullarti, dunque, nell'apatia, nel vuoto, nella noia che te stesso ti schiaccerà.

Vai oltre la tua umile immagine, accorgiti che c'è altro non lontano da te, ma dentro di te, non distrarti da ciò che puoi vivere, non rinnegare la tua essenza, guarda la vita.

Non fissarti la dove non sei... ciò è solo morte, il tuo sguardo è viziato dai tuoi dolori e non ti accorgi che ci sei, scuotiti volgi te stesso a te stesso.

Uomo impara a guardare che là in te è il senso... l'unico senso!

Mazzani Maurizio

Accettazione del nulla

E' solo dopo l'accettazione del nulla... nonchè la consapevolezza:

- di non essere altro che materia biologica finalizzata a mantenere se stessa;
- di essere pilotati in toto dagli algorittimi della sopravvivenza;
- di non poter far altro che sottostare all'implicito egoismo;
- di dover sempre essere costretti ad abbracciare i vincoli della propria coerenza conoscitiva;
- di giocare sulle onde del mare con l'ingannevole convinzione di vivere animati da sogni impossibili;
- di mangiare, bere e conoscere solo perchè spinti dalla illusione di voler essere qualcosa di diverso  da ciò che siamo,

solo allora potremo assaporare quella forma di libertà quale metafora della propria tacita concretezza!

Mazzani Maurizio

Il pensiero del nulla

Tutto soggiace al nulla, è lo sfondo dell’esistenza, l’uomo non può sfuggire alla verità, ma una volta raggiunta è elevazione, trascendenza, conoscenza pura, accettazione e libertà all’interno della propria e unica dimensione di consapevolezza.

Mazzani Maurizio

Il nulla

Non si può percepire il nulla poichè esso è negazione di sé.
Il nulla è un prodotto della mente umana... come di fatto tutto il resto!


Maurizio Mazzani

Il Pregiudizio

Sono annoiato dal pregiudizio, la sua invadenza nelle relazioni, quando si ipertrofizza, è spesso asfissiante.

Il pregiudizio è l'a-priori della conoscenza, è l'aspetto fondamentale che ci consente di poter indirizzare la nostra attenzione su un qualcosa, senza di esso non ci potrebbe essere relazione, poiché non avremmo "quel qualcosa" di conoscitivo che ci permetterebbe di fare ...
anticipazioni e di verificarle.

Il nostro comportamento è una sorta di attenzione scientifica: ipotesi e verifica, la quale ci consente di modificare la propria conoscenza (le anticipazioni) a seguito dei dati raccolti. E' proprio tale processo, nel suo normale funzionamento, che ci da la possibilità d'incrementare la personale capacità previsionale.

La nostra intelligenza non è altro che anticipazioni su di sé e sul mondo, nonché elaborazione dei dati personali messi a confronto. In pratica, la nostra capacità di costruire se stessi e il mondo, è dovuta al continuo interscambio tra noi e lo stesso, e all'essere cognitivamente suscettibili di adeguamento per il risultante utile adattamento, e il tutto alla luce della personale costante pregiudiziale (l'immagine concettuale su di sé, la coerenza di significato personale).

Il punto, dunque, è il raggiungimento degli obiettivi adattivi, che in condizioni ottimali, a seguito: dell'incremento di conoscenza, dell'aumento della ricchezza di dati conoscitivi, della risultante maggiore complessità cognitiva, ci conducono a un più efficace orientamento con una più scandita identità personale.

Nella quotidianità, però, spesso i processi adattivi d'incremento previsionale rallentano o in estremis si bloccano, e l'aspetto della rigidità nevrotica con l'eccessivo bisogno di costanza autorappresentativa, acquistano un così tanto spazio ed espressione nella relazionale con l'altro, da costituire, anche se ingannevolmente, quel minimo, ma utile, conferma di dati di significato personale (il proprio orientamento pregiudiziale).

E' la ristrettezza del proprio angolo osservazione (il bisogno nevrotico di conferma di sé), che ci rende conoscitivamente limitati e fortemente resistenti.

La rigidità del sistema mentale, deve, paradossalmente, la propria ragion d'essere alla sua importanza evoluzionistica, è proprio tale rigidità che consente all'individuo di avere la propria identità personale (caratteristica costante nel tempo) con la quale potersi orientare, riconoscersi e interagire.

Pensate ad una persona con un sistema di conoscenza che non possegga dell'inerzia al cambiamento, questa sarebbe, di fatto, un individuo estremamente indifeso, incapace di prevedere efficacemente sé stesso e il mondo, e nel contempo, non avendo una solida identità, sarebbe maggiormente vulnerabile alla psicopatologia.

E' proprio per tali ragioni che spesso l'aspetto "rigidità" di un sistema mentale, di fronte alle "pericolose" perturbazioni del mondo, aumenta la sua carateristica di immodificabilità, acuendo così il suo carattere pregiudiziale.

Siamo, quindi, di fronte ad un sistema individuale, che per ragioni difensive (ipertrofiche), si schiera rigidamente di fronte all'altro diverso da sè, che è visto tanto più perturbativo quanto più la diversità è costruita come minaccia!

Mazzani Maurizi
o

Il Bullo



E’ colui che non sopporta la debolezza dell’altro temutamente vista in se stesso.



Si beatifica della sua spavalderia, ha bisogno di questo per rafforzare la propria flebile coerenza, la conoscenza di sé è ingannevole, la sua capacità di accorgersi dell’altro è quasi inesistente, l’altro, per lui, è lo strumento utile al fine di marcare con il ripasso i contorni dell’immagine di sé, lo scopo è illudersi che ciò dissolva il senso di debolezza che lo attanaglia.



Egli disprezza la propria natura attraverso lo sberleffo, la presa in giro, la derisione di aspetti dell’altro costruiti come inferiori e temuti in sé.



Il bullo esorcizza la propria paura di concepirsi debole deridendo la debolezza dell’altro agli occhi del pubblico, il  fine è incrementare il potere esorcizzante della sua azione.



Ha bisogno del pubblico per affermarsi, ma teme il pubblico e lo indirizza sull’altro debole per allontanarlo da sé.



È un debole per eccellenza, dove la concettualizzazione di sé è solo illusoriamente forte.



La sua ricerca di coerenza è fittizia e stereotipata non ama conoscere, è un essere ripetitivo che si comporta quasi ecolalicamente, non possiede valori di riferimento se non solo rigide stereotipie rappresentative di sé superiore.



L’assenza di morale che lo contraddistingue fa di lui un essere abietto, che per confermare il proprio puzzle concettuale rappresentante l’immagine di se forte, deve necessariamente e ossessivamente colpire l’altro per scacciare la propria scarna convinzione di non essere debole!



da: "I burattini di Dio - La paura del nulla" - Mazzani Maurizio - ed: Gruppo Albatros Il Filo, Roma 2010