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domenica 1 gennaio 2012

La complessità



Nella storia evoluzionistica dell’uomo, l’incremento di specificità funzionale del cervello e la sua configurazione in moduli processuali sempre più specializzati, è stata la risposta alle pressioni selettive su base adattiva.

L’aumento di complessità sociale, conseguente alla naturale crescita demografica, è stata anch’essa un aspetto ambientale selettivamente pressorio.

 Tale complessità ha indotto il cervello umano, evoluzionisticamente dicendo, a “adeguarsi” sviluppando programmi interpersonali sempre più rispondenti alle esigenze dettate dagli scambi sociali, dove la necessità di capire le intenzionalità dell’altro è cosa basilare.

In pratica, l’evoluzione del cervello, ha permesso all’uomo, attraverso la costruzione di una teoria del funzionamento della propria mente, di poter “leggere”, in un certo qual senso, quella altrui.

Tali abilità metacognitive del cervello proprie alla teoria della mente, consentono all’uomo di conoscersi e di conoscere, il fine è anticipare se stesso e l’altro per potersi così orientare nel mondo… senza una teoria anticipatoria l’uomo non saprebbe dove indirizzare la propria attenzione e il mondo non potrebbe essere altro che un puro caos informazionale.

Ma la conoscenza meta cognitiva fa capo all’organizzazione dei significati personali, quale estrapolazione concettuale delle esperienze vissute, ed è, pertanto, caratterizzata dall’inerzia propria a tale organizzazione, che essendo preposta a mantenere unitaria l’immagine di sé nel tempo, non può evitare di produrre, nella significazione dell’altro, distorsione costruttiva… l’inerzia al cambiamento è spesso l’artefice dell’inganno che l’uomo attua su se stesso, proprio al fine di mantenere armonica la percezione di sé.

L’uomo è progettualmente disegnato dalla natura in modo tale da “preferire” in ogni caso il mantenimento dei propri significati personali anche se negativi o semplicemente non coincidenti con l’oggettività, il punto è non cadere nel disorientamento e nella scarsa percezione di sé che sarebbe immancabilmente dolore.

Il nulla è sempre stato, con l’insorgenza della consapevolezza, lo spauracchio maggiormente aggirato dallo stesso’”inganno “ evoluzionistico!

Mazzani Maurizio

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