Il senso è nell'imperfezione, senza essa verebbe meno la nostra ragion d'essere.
La malattia, la morte è parte integrante della nostra natura d'esseri che, paradossalmente, acquisiscono senso proprio mediante l'assenza, ma l'assenza è dolore e pertanto il dolore è a noi connaturato poichè è assenza e nozione d'assenza. Dall'assenza organica (cibo, averi tangibili) all'assenza rappresentativa (immagine di sé, coerenza personale, l'affetto, l'attaccamento... le persone a noi significative) il passaggio è filogenetico.
E' la consapevolezza di sé che induce domande senza risposta e il conseguente senso di vuoto che spesso ci avvolge. L'angoscia è la nostra compagna di viaggio, è la risposta all'assenza e, pertanto, alla perdita (qualsiasi essa sia), l'assenza è implicita al nostro divenire e costituisce la ragione della vita stessa.
L'immanenza della vita è oscillazione d'assenza-non assenza... senza tale movimento è la morte!
Mazzani Maurizio
mercoledì 26 maggio 2010
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